venerdì 22 luglio 2011

Sta nascendo sul serio l'Europa? Ma chi comanderà?

Ieri e oggi i mercati finanziari, e in particolare la "borsetta" di Milano, festeggiano. I veri padroni dell'Europa - Francia e Germania - hanno trovato l'accordo e hanno deciso non solo di dare altra liquidità alla Grecia, ma di creare di fatto un nuovo organo delle istituzioni europee: il fondo salva Stati, l'EFSF, acquisisce poteri finanziari così ampi da diventare di fatto forse lo snodo più importante della governance europea.


Il Fondo era nato "solo" per prestare denaro ai Paesi in difficoltà, con il denaro raccolto emettendo buoni garantiti dagli Stati membri. Da adesso acquisterà il debito dei Paesi in difficoltà sul mercato e potrà in tal modo manipolare esso stesso i mercati contrastando attivamente la speculazione. Potrà pure prestare denaro ai governi nazionali per rifinanziare le banche che ne avessero bisogno. Potrà farsi garante dei bond che le banche emettono per ottenere denaro. Anche se le banche saranno censurate dalle agenzie di rating, il Fondo potrà sostenerle direttamente.
E' nato un super attore finanziario sui mercati europei, ma a forte controllo politico. Le grandi centrali speculative e le agenzie di rating sono messe sull'avviso. E i mercati festeggiano.


Ma è d'obbligo una considerazione politica di prospettiva. Aspettiamo di vedere e leggere chi comanderà in questo nuovo super organo politico-finanziario, ma è naturale che le redini siano in mano a chi mette i soldi e che chi ha bisogno dei prestiti vada perdendo gradualmente sovranità rispetto alla guida dell'Unione Europea. Questo senza contare il potere di controllo sulle politiche finanziarie dei singoli Stati che questo organo avrà, nel momento in cui terrà gli stessi Stati sotto il suo ombrello protettivo. L'Italia, la Grecia, la Spagna, l'Irlanda, il Portogallo vedanno ridursi il loro peso politico in Europa, perché la loro finanza pubblica è in crisi.  
L'Europa si evolve verso qualcosa di più serio e solido e al tempo stesso politicamente si comincia a fare sul serio: chi ha in mano l'economia comincia a comandare sul serio in politica; chi ha bisogno del sostegno finanziario perde gradualmente sovranità.
E' un bene per l'Europa, è meno bene forse per l'Italia. Ma soprattutto è un dato di valutazione di risultato sulla nostra classe politica dell'era Euro. Fallimentare !


Immaginate cosa scriveranno i libri di storia fra cinquanta anni sull'evoluzione dei rapporti di forza in Unione Europea in questo periodo ...
Comunque, "pare", che Berlusconi sia arrivato in ritardo alla riunione: tanto per quel che contiamo noi ....

mercoledì 20 luglio 2011

Stipendi da dimezzare

Questa mattina su La Repubblica persino uno che non è un pericoloso rivoluzionario come Mario Pirani, lancia l'allarme rosso ai politici italiani, chiusi nel loro esilio mondo dorato di privilegi, mentre nel Paese si stringe la cinghia sempre più per far fronte alla crisi.
Rivolto non solo alla maggioranza, ma anche e soprattutto al PD, l'autore si pone la domanda che qui ci siamo posti a proposito di altre nazioni nel Mediterraneo che ribolle: fino a dove arriverà la mancata percezione della realtà, l'incapacità di conoscere e di capire passioni, sentimenti e pensieri dei popoli ?
Siamo dentro, e ci avviamo sempre più, a un periodo di sacrifici e di ricostruzione dell'Italia simile a quello del dopoguerra, per certi aspetti. Se, per citare sempre Pirani, ci fosse un Tribunale per i profitti del regime, chiamato a dire la parola fine sui colpevoli del disastro, chi colpirebbe ?
Non si tratta di "masaniellismo", piuttosto di individuare le responsabilità dei disastri dove esse sono. Se un'azienda è perennemente in deficit, fallisce nonostante le potenzialità di profitto che avrebbe, e i suoi azionisti sono continuamente chiamati a mettere le mani in tasca per aumentare il capitale e coprire le perdita, cosa fanno gli azionisti ? Certo non danno premi ai dirigenti. Forse li cacciano e li sostituiscono. 
O, visto che parliamo di politica e democrazia, forse tutti i politici a tutti i livelli e per tutte le funzioni di rappresentanza, dovrebbero ricostruire i legami con la società, dimezzandosi stipendi e privilegi da un giorno all'altro.
Sarebbe un fatto di morale e di solidarietà responsabile rispetto alla situazione dell'Italia che è chiamata a sacrifici già grandi, ma che più crudi saranno nei prossimi mesi. 
Morale, responsabilità, solidarietà: se non appartengono alla politica questi termini a chi dovrebbero appartenere ?
Esiste in Italia una cultura politica in grado di fare ciò ? Di ergersi a garante morale del Paese, con la forza di sacrificare i suoi stessi privilegi. E' capace la sinistra ? Sono capaci altri ? C'è troppa contiguità da parte di tutti ? Sarebbe molto pericoloso perché nella società si alza sempre più l'insofferenza verso il Sistema.
Ce la faranno i politici o anche in Italia si alzerà il Vento ? Ma attenzione, perché quando si alza il Vento Maestrale non si sa mai bene come può andare a finire ...
 Stipendi da dimezzare di Mario Pirani

domenica 3 luglio 2011

Mediterraneo in movimento


Gli avvenimenti degli ultimi mesi nel Mediterraneo ci hanno consegnato un’immagine sorprendente. Quella di una società civile impegnata nei Paesi islamici del Nord  Africa e del Medio Oriente fatta di moltissimi giovani, maschi e femmine, con il coraggio di scendere in strada a protestare contro governi non democratici. 
Difficile valutare la percentuale di vera mobilitazione di base rispetto ai maneggi di potentati religiosi o politici locali o esteri. Quello che però mi sembra incontestabile è che siamo di fronte a processi partecipativi, qualsiasi peso specifico o spinta etica e politica essi abbiano. Si tratta di processi di mobilitazione sociale aperta che fronteggiano le istituzioni, assumendosi i rischi anche fisici che questo comporta. 

Intanto nei Paesi occidentali più  colpiti dalla crisi indotta dal pesante debito pubblico e dalla speculazione finanziaria, altri giovani - e non solo giovani - scendono in piazza, qui certamente con un maggior grado di autonomia da centri di potere più o meno evidenti e utilizzando in modo ancora più intenso i social network e la comunicazione via web.
Si tratta dei cosiddetti “indignados” spagnoli, del movimento della protesta per la drammatica crisi economica in Grecia, dei movimenti dei precari in Italia. Ma ci sono anche forme di mobilitazione progettuali su temi politici di fondo come quelli dell’ultima tornata referendaria italiana quelli che si muovono per la difesa del territorio e dell'ambiente. Cosa c’è dentro questi movimenti ? Ci sono idee, progetti o solo rabbia ? C’è genuinità o manipolazione ? E le istituzioni dove sono ?  E la politica dei partiti ?